venerdì 20 agosto 2010

Senzuno:cibo di frontiera.

Alla fine l'ho scoperto con una certa amarezza, ma è inutile negare che la fantomatica cucina territoriale è roba per snob o casalinghe in erba, memori dei loro ricordi di bambine alle prese con nonne indaffarate a "costruire i pasti per la famiglia"....tra fornelli , grembi e piatti da lavare in lavandini stracolmi di pentole e tegami di ogni tipo. Era mia nonna che dettava i ritmi e selezionava le pietanze che avremmo "mangiato" (oggi si degusta) il giorno dopo e in quei minuscoli metri quadri in pochi potevano interagire con le sue idee. Con noi bambini rintanati sotto il tavolino ad ascoltare i discorsi tra grandi è sempre stata amorevole e non perdeva occasione (ad ore precise) di farci fare merende d'autore rigorosamente al tavolo, seduti. Radio e TV assolutamente spente, involte in trini bianchi, il loro rarissimo utilizzo era per seguire telegiornali o qualche film del lunedì...ma questa era al'italia degli anni 60. Nessuno osava chiedere di accenderla prima....o non vi era nulla o semplicemente nonna non permetteva spiegando che ci faceva male...(come faceva a saperlo???) "...Via!..ora andate al mare". Aspettavo sempre che quel lento di mio cugino finisse il pan bagnato con zucchero e ricotta e intanto Nonna mi faceva lavare le mani e me le asciugava chiedendomi: " Vi è piaciuta la merenda? Stasera se zio mi porta le alici si mangiano con la pasta...alle sette!". In spiaggia al barrino di luglio era stracaldo e per i nostri dieci anni niente di più facile che tuffarsi in mare o giocare a qualsiasi cosa sul bagnasciuga. "Alle sette pasta con alici....non possiamo fare tardi..".
















Pasta con le Alici....come si fa

Le Alici intanto vanno pescate in mare e qualcuno lo doveva fare. Per questo in casa Pinzuti a Senzuno tra mio zio Corrado e mio Zio Stoppino c'era l'imbarazzo della scelta: non so come e non so perchè, ma alle sette mia Nonna scolava gli spaghetti con un sugo di alici fresche mentre qualcuno dei più grandi, in attesa, si mangiava le alici crude strizzandogli sopra un pò di limone. "Vuoi assaggiare un alice cruda?" Non l'avevo mai fatto e mi butto coraggiosamente su quel boccone: sarà buono? sarà cattivo? Mentre mastico e ingoio fisso mio zio Corrado che con gli occhi cerca il mio assenso..."Siiiii!!!! Ne voglio un'altro boccone!". Tutti felici: "Ivana...anche questo è normale.". Nonna (classe 1908) cucinava in un modo fantastico, come sicuramente tutte (o quasi tutte) le nonne di quella generazione e i miracoli in cucina erano di casa.
Insomma il primo piatto era il piatto principale e doveva essere completo, gustoso e al tempo stesso leggero: "Si cucina di mare...." diceva con orgoglio. La sua grande padella di alluminio per lei era la reliquia, l'appendice gastronomica con cui creava quasi tutto e che gli dava sicurezza. Nella padella  versava una buona dose di olio di oliva (di quello buono....quando la dizione extravergine nemmeno esisteva), aglio tritato con prezzemolo  e peperoncino in un minuscolo tagliere usando energicamente e velocemente una mezzaluna. in acciaio. Una svaporata leggera senza soffriggere nulla ed ecco le alici, i suoi filetti crudi puliti rotolarsi nella padella e  innamorarsi dell'olio e dell'aglio ,pomodorini freschi, basilico e un accenno di sale e ..zac..la pasta ben asciutta rotolata nella delizia ...una spolverata ulteriore di prezzemolo ed un giro d'olio a crudo...tutto qua.  


Facile a dirsi e a scrivere...ma nonostante ero e sono ancora un buon osservatore qualcosa mi sfugge e da quel piatto, nonostante lo cucini dignitosamente, non riesco a estrarre quel profumo e quel gusto che si annida nei miei ricordi. Me ne farò una ragione... anche se le alici non sono in grado di pescarle e  mi affido ai tramagli della pescheria della Coop.
Provatelo a fare e mentre lo fate pensate al mare che amate: può aiutare. 

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