venerdì 24 settembre 2010

MANIFESTO PER UN “PARCO DEL GUSTO” NELL’ALTA MAREMMA.


Per crescere e far crescere il Territorio.
Un invito a investire con decisione sull’Enogastronomia.
Parco Centrale a Follonica rappresenta un’opportunità da non perdere per avvicinarci all’Europa che si innova. 


La nostra terra sta attraversando un’autentica rivoluzione, spesso in silenzio e in bassa frequenza, ma una rivoluzione dove il gusto e la nostra voglia crescente di intercettarlo la fa da padrone. Maremma Toscana: terra di enogastronomia, ricca di emozioni, qualità dichiarate e testate, ma con innegabili difficoltà nella promozione del suo comparto di punta. Tanti gli sforzi pubblici e delle Associazioni in corso per innalzare la visibilità del sistema micronizzato delle aziende, ma i risultati, quelli attesi, arrivano con lentezza e in maniera difforme nonostante la bontà delle azioni. E’ vero, non è così semplice trasportare uniformemente le tante aziende nei processi comunicativi e promozionali, ma è innegabile che tutti gli attori coinvolti sanno perfettamente quale è la posta in gioco, proprio perché è facilmente percepibile che il confine tra il successo e l’insuccesso è dovuto alla capacità o meno di saper innovare il brand del nostro sistema enogastronomico, ben presente nella rete comunicativa, ma fisicamente impalpabile, tolte le poche manifestazioni concentrate nei periodi di maggiore afflusso turistico. Eppure godiamo della presenza di moltissime aziende che lavorano e lottano tutti i giorni dell’anno per mantenere le proprie produzioni, in alcuni casi sconosciute al territorio perché hanno scelto mercati differenti, prodotti il cui utilizzo diventa tra l’altro improbabile per la ristorazione locale che molto spesso utilizza prodotti di altri territori.
E’ paradossale che nel cuore dell’Alta Maremma avvenga questo, ma è anche imbarazzante che la questione sia analizzata solo tra gli addetti ai lavori. L’Enogastronomia potrebbe essere una lancia importante per il nostro indotto turistico “la giusta scusa per scegliere questo territorio come luogo di vacanza”, ma così non è e non è nemmeno corretto pensare che la presenza organizzata di singole imprese che intercettano questa domanda, forti della loro capacità organizzativa aziendale, risolva il problema. Credo che avvicinarsi al Gusto in Maremma debba essere prima di tutto un’ esperienza sensoriale perché attirati da una voglia di conoscenza, di appagare una curiosità, ma la buona disponibilità a sperimentare non potrà avvenire soltanto attraverso una semplice modalità di acquisto: siamo in Toscana, anzi in Maremma, e dovremmo fare di tutto per offrire emozioni attraverso esperienze di cui resti traccia e ricordo: questo farà la differenza. Il modello del Parco Nazionale Archeologico e Tecnologico delle Colline Metallifere Grossetane che riguarda i comuni di Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo, Montieri, Roccastrada, Scarlino e la sua grande forza progettuale deve farci riflettere. Un parco costruito e voluto fortemente da chi ha introdotto, attraverso un’intuizione innovativa, l’idea che il territorio è uno, unito dalla memoria e dalle attività umane, cosa diversa dalle “esigenze” imposte dall’organizzazione delle singole amministrazioni pubbliche. Dovremmo per questo imparare a ragionare come un parco vasto, il luogo dove potrebbe essere possibile scoprire ogni giorno aziende agroalimentari in “Percorsi del Gusto” che si intrecciano e si accavallano, che si aiutano a tenere accesa queste rete: Aziende dove sarà possibile essere accolti, guardare, imparare, assaggiare ed infine anche acquistare. Al posto degli spazi espositivi troveremmo le aziende le cui guide saranno gli animatori delle aziende stesse, ma in un contesto integrato di offerta (condivisa e promozionata), cambiando il nostro atteggiamento e la modalità di gestione delle attività (sono falliti i point in attesa che vi sia “qualcuno interessato” - fermo restando le attività di promozione istituzionale e generale delle APT e delle Pro Loco), occorrerebbe definire azioni e strumenti con cui raggiungere obiettivi numerici definiti che abbiano il carattere della continuità e abbandonando definitivamente il “one shot” figlio di una cultura minimalista e inadeguato ai tempi. Oggi disponiamo di una mappa importante di tanti luoghi: luoghi che “vanno trovati”, spesso di difficile penetrazione a causa della morfologia del territorio, affascinante quanto impervio, ma è da questa “condizione naturale” che potemmo partire, perché questo è IL CARATTERE IDENTITARIO PRIMORDIALE che ci aiuterà a distinguerci dagli altri territori. Non si tratterà di abbandonarci al folklore, così come si dovrà evitare di incorrere in presentazioni stile Maremma Coccodè fatta di sorrisi forzati e accomodanti perché, per identità culturale, non siamo mai stati un popolo di maggiordomi, al contrario persone determinate, piene di energia e disposte a tutto per realizzare i nostri sogni. Se nei secoli passati la Maremma era invasa e pervasa da tante culture e persone di origini differenti che ne hanno disegnato i tratti distintivi di tenacia e genialità, anche nel terzo millennio questo carattere si mantiene e si avverte soprattutto visitando le tante aziende agroalimentari che devono i loro successi anche ai tanti nuovi maremmani che per scelta hanno deciso di realizzare qui il loro sogno.


VERSO UNA GRANDE “PORTA DEL GUSTO”


Non partiamo certamente da zero, grazie al lavoro più che decennale delle associazioni di categoria, della Condotta Slow Food del Monteregio e della Strada del Vino e dei Sapori, così come dall’impegno di tante aziende sempre disposte a “fare qualcosa per il territorio”, ma un PARCO DEL GUSTO in Alta Maremma potrebbe ambire ad un successo se tutti gli attori iniziano a collaborare condividendo uno stesso piano di sviluppo. I Parchi vanno promozionati, ma soprattutto devono essere facilmente individuati dalle persone: aree espositive, museo, mediateca, sala meeting, book shop, etc.. Il Parco del Gusto avrebbe le stesse esigenze. Per questo dovremmo immaginare di poter disporre di un grande spazio inteso come “Porta del Gusto” rappresentativa di tutto il parco. Un luogo vivo dove si entra in contatto con la mappa dei percorsi, dove si declinano le tante opportunità e attività di informazione, formazione e conoscere le produzioni. Nella visione moderna (tralasciando in questa nota tutte le opportunità offerte dal mondo della comunicazione e del marketing che meriterebbero un approfondimento specifico) permangono i caratteri fisici, visuali, sensoriali e della relazione “one to one”. La “Porta del Gusto” potrebbe offrire, nella progettazione degli spazi, un’emozione immediata al visitatore e consentirgli una facilità di penetrazione del luogo: interagire con le informazioni, degustare prodotti e pietanze, la possibilità continua di partecipare a Laboratori del Gusto, incontri con expertise del territorio e dei movimenti legati ai Presidi del Cibo per mettere in vetrina le esperienze di altre parti del mondo: una Porta in cui dovrebbe prevalere il profumo del teatro, rispetto al desiderio narcisistico di specchiarsi in modo sterile su se stessi. Così come migliorare la conoscenza degli alimenti, i cicli di lavorazione e produzione e distribuzione, prenotare una visita in azienda, scegliere un percorso del gusto esattamente come si sceglie un’escursione. Al tempo stesso la Porta del Gusto potrebbe divenire un importante spazio per favorire l’incontro tra le persone (un “nuovo place di una socialità evoluta”, che evita volutamente format ormai giunti in corsia terminale) forte della presenza di servizi disponibili ad ogni ora del giorno e della sera perseguendo la filosofia di promuovere la cultura della tutela dell’enogastronomia e contribuendo a creare, di fatto, una nuova tendenza culturale (il “must” del territorio) grazie alla celebrazione e al facile utilizzo di un luogo fisico in cui è possibile condividere emozioni. Tutto questo non può realizzarlo la pubblica amministrazione: ma può avvallarne i principi guida e tutelare e mantenere la filosofia.


PARCO CENTRALE: PERCHE’ FOLLONICA E’ UNO SPAZIO IDEALE…


Il progetto Parco Centrale a Follonica rappresenta una grande opportunità per la Città, ma questa affermazione è riduttiva e sarebbe importante compiere un passo in avanti. Questo beneficio  entra direttamente come un Jolly per tutto il territorio. Compiere un ulteriore “focus” sui futuri contenuti e attività del Parco Centrale con il sistema “Parco Nazionale” servirebbe per migliorare l’approccio all’integrazione delle comunità sparse nel territorio e scommettere sull’Alta Maremma come un laboratorio di Marketing Territoriale innovativo. La Città di Follonica è il luogo dell’Alta Maremma in cui converge il maggiore afflusso di visitatori e, per la sua elevata offerta di servizi, una tappa ormai obbligata, ma debolmente a Follonica possiamo interagire con il territorio circostante, spesso lasciato alla sensibilità di persone o attività di associazioni mostrando il limite e un’opportunità non utilizzata. Abbiamo necessità di innovazione come l’aria, ma prima di tutto sono le nostre comunità che dovrebbero spingere ad affrontare questa esigenza; da questo dipende il nostro sviluppo, la prosperità, la capacità di creare cicli economici virtuosi che abbiano il coraggio di mettere al centro la terra e le persone e tutto il resto intorno. Di fronte alle difficoltà, quando siamo chiamati a compiere delle scelte che condizioneranno la nostra comunità, a oggi la tendenza prevalente è quella di partire da un freddo bilancio finanziario, da budget prefissati che obbligano a dover iniziare la progettazione da un valore economico. Questo equivale a mettere l’interesse vero delle persone in seconda fascia; se anche il più grande esperto di Marketing ci indicasse la strada e gli strumenti per inseguire la soddisfazione delle persone nel rispetto dell’ambiente, noi diremmo “no grazie perché costa troppo” adattando intuizioni/idee e ripiegando su soluzioni intermedie di efficacia volatile mascherando ancora di più il quadro generale. Vorrei invitare a valutare ciò che è stato realizzato in altri paesi europei con il caso di Copenaghen che in una vasta zona centrale della città ha realizzato un grande spazio dove prima c'erano attività del lavoro che liberando tantissimi loft ha permesso di realizzare alcune delle più interessanti gallerie d'arte, locali alternativi e una modernissima scuola di cucina che in breve tempo ha proiettato la Danimarca al top delle ristorazione mondiale grazie al fermento che queste attività hanno prodotto. Sarebbe interessante visitare queste realtà per nostra cultura, ma la nostra opportunità resta la medesima proprio perché nell’area di Parco Centrale (Ex ilva) abbiamo l’occasione di sostenere obiettivi culturali. La Porta del Gusto potrebbe riassumere tutti questi caratteri attivando un grande incubatore umano che parla di noi e che rappresenterebbe una attrattiva di qualità in tutti i giorni dell’anno cavalcando un settore, turisticamente parlando, di appeal internazionale. Perché non parlarne?
Cosa potremmo trovare nella “Porta del Gusto dell’Alta Maremma”
















La proposta è quella di individuare una cubatura nell’Ex ilva di grandi dimensioni destinata all’Enogastronomia di tutto il Territorio dell’Alta Maremma dove poter realizzare e offrire queste attività:
Comunicazione e Promozione
·         Infopoint Parco del Gusto dell’Alta Maremma
·         Convegni e Conferenze
·         Eventi sul Cibo
·         Escursioni nelle Aziende Agroalimentari

Vendita Prodotti e Servizi
·         Emporio dei prodotti agroalimentari dell’Alta Maremma
·         Mercato dei Prodotti Biologici (spazio libero per le Aziende Agroalimentari)
·         Punto di Ristorazione
·         Enoteca e  Wine Bar

Formazione
·         Accademia della Cucina Maremmana
·         Laboratori Formativi sull’Enogastronomia
·         Corsi di specializzazione

Un “nuovo place” per una socialità evoluta”. La Porta del Gusto realizzata a Follonica potrebbe riassumere tutti questi caratteri attivando un grande incubatore umano che parla di noi e che rappresenterebbe una attrattiva di qualità in tutti i giorni dell’anno cavalcando un settore, turisticamente parlando, di appeal internazionale. A Follonica grazie all’opportunità di “Parco Centrale” e ad un importante bacino di utenza questo progetto è potenzialmente possibile. 


4 commenti:

  1. Bella MAx, tutto molto condivisibile.

    Soprattutto l'appello a lavorare in rete, a non combattersi tra amministrazioni confinanti, a smettere con le attività pseudo promozionali "One-Shot" e non concordate con le aziende agro-alimentari e con i gestori della ristorazione che operano nella nostra zona.

    Interessante anche, a mio parere, il richiamo a non dispedere le energie e a non sprecare i modelli potenzialmente funzionanti come quello del Parco Nazionale Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane. Che esiste già e già dovrebbe coordinare gli sforzi
    di promozione congiunta dei comuni delle Colline Metallifere.

    Sarebbe bello avere Politici e Amminstratori con in quali confrontarsi su questi temi: i sindaci della zona e il nuovo presidente del Parco Luca Agresti... fantascienza ???

    Fabrizio

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  2. Grazie Fabrizio del tuo contributo. Specialmente da uno che da oltre 10 anni lavoro nel Parco delle Colline Metallifere. Come vedi il desiderio di migliorare supera tutte le frizioni e le cose inutili che fanno perdere tempo e concretezza. E' vero che io come al solito apro alla fantascienza, ma la scintilla mi è venuta dopo il tuo viaggio a Malmoe e alle cose che hai racocntato di come una comunità amministrata in modo alternato dalla dx e dalla sx ha mantenuto la rotta dello sviluppo del territorio come un mandala intoccabile perchè di grande valore per i cittadini. Secondo me ce la possiamo fare: siamo predestinati a realizzare una società virtuosa e attenta all'ambiente. Parliamone il più possibile e portiamo i contributi più vari , c'è bisogno di uscire dai pantani della "non scelta di quale sviluppo"...rimandare equivale a morire e nella migliore delle ipotesi essere mangiati, sul letto di morte, da chi tutto questo non sono non lo vuole perchè mette al centro l'interesse economico ancor prima delle persone. Un abbraccio. Massimo

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  3. Sono passati poco più di dieci giorni dalla pubblicazione della nota su "Parco del Gusto" e sono davvero felice dell'accoglienza ricevuta da tantissimi di voi (186 ad oggi). Non solo da FB, ma anche e soprattutto con mail incontri informali, telefonate di incoraggiamento a non demordere e di iniziare a lavorarci con decisione e in modo concreto. Per quelli che già mi conoscono forse è superfluo, ma per tutti quelli che hanno voluto iscriversi al gruppo senza conoscermi (ma soltanto leggendo il contenuto della nota) dedico un doppio grazie. Non capita spesso a “noi visionari” di poter disegnare a occhi aperti spazi possibili, ma credetemi questa potrebbe essere una grandissima opportunità. Tra l’altro in questi giorni abbiamo assistito al conferimento dell’ UNESCO del “Tuscan mining geopark” al Parco Nazionale delle Colline Metallifere: un risultato eccezionale di cui dobbiamo essere fieri per il buon lavoro fin qui fatto, ma che al tempo stesso ci impone di iniziare ad arricchire il Parco con nuove attività di animazione e promozione. Ecco che la proposta che ho redatto potrebbe rappresentare un passaggio importante per rinforzare il legame con il territorio e la sua identità fatta non solo di memoria, ma anche di sapori e accoglienza. A questo fine vi informo che attraverso questo gruppo sarà dedicata una giornata pubblica sulla proposta di realizzazione del “Parco del Gusto dell'Alta Maremma“ invitando tutti gli attori in gioco. Vi prego, per quanto potrete, di sostenere questo gruppo; è possibile così iniziare ad introdurre una metodologia analitica di grande innovazione e al tempo stesso dare una spinta alla sviluppo del nostro territorio che non può rinunciare ad uno sviluppo integrato di tutta l’area. Il collante enogastronomico rappresenta, di fatto e in modo naturale, il simbolo e al tempo stesso il mezzo con cui raggiungere risultati concreti.
    Il futuro è aperto!
    Massimo Bucci.

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  4. In un momento così difficile sarebbe il caso di affrontare senza fronzoli questo argomento, ma la politica è davvero distante o disinteressata alle aziende del comparto agroalimentare del territorio. Si rincorrono troppe idee volatili di progetti fumosi e scollegati dalla nostra realtà. Questo perchhè fonadamentalmente non la si vuole accettare per quella che è, pensando che la nostra immagine (che riflette lo specchio) non sia veritiera. Un carattere di arroganza che purtroppo svela la bassa preparazione ad affrontare l'argomento e mette in luce nella sua crudezza un approccio metodologico obsoleto. Cosa deve succedere ancora per invertire questa tendenza? Davvero non lo so e mi auguro che un nuovo illuminismo si faccia strada: dopo l'uomo è la volta dell'ambiente ad essere protagonista o no?

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